ll Fundus Refraction Offset sta emergendo come un indicatore promettente per una valutazione più personalizzata della miopia, che rappresenta in assoluto il difetto refrattivo più diffuso nel mondo. Nella prassi diagnostica consolidata, la valutazione del rischio di miopia si è finora basata su parametri quali l’equivalente sferico e la lunghezza assiale dell’occhio. Il Fundus Refraction Offset rappresenta un approccio innovativo, che offre l’opportunità di comprendere meglio i fattori individuali di rischio che contribuiscono alla progressione della miopia. In questo articolo, esploreremo come il Fundus Refraction Offset potrebbe ridefinire le strategie di gestione del rischio miopia, aprendo nuove frontiere nella prevenzione e nel trattamento.
Caratteristiche e epidemiologia
La miopia è un vizio di refrazione a causa del quale i raggi luminosi vengono messi a fuoco davanti alla retina. La visione risulta, pertanto, sfocata a distanza e più nitida da vicino.
Il termine miopia deriva da una parola greca che significa “occhio socchiuso”, in quanto il soggetto miope tende a strizzare gli occhi nel tentativo di mettere a fuoco le immagini sulla retina. La visione risulta pertanto sfocata a distanza e più nitida da vicino.
La miopia in genere insorge e progredisce per l’allungamento eccessivo del bulbo oculare e presenta un’incidenza in aumento in tutto il mondo.
Oggi si parla, infatti, di una “epidemia miopica”, che può essere considerata come il risultato di un naturale processo di adattamento evolutivo della specie al rinnovato stile di vita, altamente scolarizzato e tecnologico.
In base ad uno studio del 2024, pubblicato sul British Journal of Ophthalmology, la miopia colpisce oltre un terzo dei bambini e adolescenti nel mondo e si stima che, entro il 2050, oltre 740 milioni di giovani saranno affetti da questo vizio refrattivo.
La percentuale di giovani miopi è passata dal 24% nel periodo 1990-2000 al 25% tra il 2001 e il 2010, al 30% tra il 2011 e il 2019, fino a raggiungere il 36% tra il 2020 e il 2023.
Cause e decorso
La miopia insorge in genere in età pediatrica, ma progredisce con il trascorrere degli anni e non è raro passare dalla forma semplice alla forma degenerativa.
Si tratta di una patologia multifattoriale, che presenta differenze biologiche legate al sesso, ma le cui cause sono innumerevoli e non tutte ancora conosciute.
Fattori genetici, epigenetici, ambientali, ormonali sono, infatti, chiamati in causa nell’insorgenza e nell’evoluzione del difetto stesso, che si configura come il risultato di un connubio genetica- ambiente.
I fattori ambientali sono infatti molto rilevanti, ma esplicano un’azione combinata a quella dei fattori ereditari e costituzionali. La prova del connubio genetica-ambiente sta nel fatto che questo difetto visivo si rileva spesso e con caratteristiche analoghe tra i componenti di una stessa famiglia.
La miopia si può considerare un difetto refrattivo prevalentemente di genere femminile, in quanto i casi risultano più che raddoppiati tra le donne in età adulta. Gli ormoni hanno, dunque, la loro influenza e si prevede che la miopia colpirà in particolare le donne, con una prevalenza del 42% rispetto al 37,5% degli uomini nel 2050.
Diffusione in Italia e nel mondo
Sulla base dell’incidenza geografica la miopia può essere divisa in tre blocchi: i paesi Asiatici con una incidenza dell’80/90%, il blocco Europa-USA con un’incidenza del 30% e l’Africa con una incidenza al 10%. La causa della minore incidenza di miopia nelle popolazioni Africane può essere individuata in una minore predisposizione genetica, un più basso livello di istruzione, uno stile di vita all’aria aperta, combinato ad una alimentazione sana, ricca di frutta e verdure.
Per quanto riguarda l’Italia in basi ai dati raccolti dall’Osservatorio Vista, nato dalla partnership di Censis, Fondazione Bietti e Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia, un italiano su quattro è miope per un totale di 15 milioni di persone.
Entro il 2050, si prevede che circa il 50% della popolazione sarà miope, anche perché le condizioni economiche incidono fortemente sulla cura della vista con il 45,8% dei miopi che rinuncia alla sostituzione degli occhiali e il 37,4% alle visite oculistiche.
Negli ultimi anni è stato ipotizzato un nesso fra l’aumento della miopia nell’età adulta e il prolungato lavoro al videoterminale, che è una caratteristica dello stile lavorativo attuale e ha conosciuto un impennata negli anni della pandemia da COVID-19.
Classificazione della miopia
Dal punto di vista anatomico le cause principali della miopia possono essere:
1. un eccessivo allungamento del bulbo oculare, che si verifica in concomitanza dell’accrescimento fisico e determina la miopia assiale, che è la forma più comune;
2. un’eccessiva curvatura della cornea, che è causa della miopia refrattiva, o una curvatura della superficie anteriore del cristallino superiore alla norma, per la quale si parla di miopia da spasmo accomodativo;
3. un accresciuto potere refrattivo del cristallino, quando il globo oculare ha una forma normale, ma la lente naturale dell’occhio è troppo “potente”. Si parla in questo caso di miopia da indice. Questa condizione si determina ad esempio in caso di insorgenza della cataratta, quando l’opacizzazione del cristallino ne fa aumentare l’indice di rifrazione.
La miopia di norma insorge in età scolare e, poiché è un difetto refrattivo dovuto alla dimensione del bulbo, tende ad aumentare durante l’accrescimento. In genere si stabilizza intorno ai 25-30 anni.
In base al numero di diottrie la miopia viene considerata:
- lieve, fino a 4 diottrie
- media, fino a 9 diottrie
- elevata, oltre le 9 diottrie
In una percentuale fortunatamente limitata di casi questo difetto visivo si presenta nella forma di miopia degenerativa, che insorge intorno ai 2-3 anni di età e si aggrava con l’accrescimento, in seguito ad un processo di degenerazione della retina, che può portare a valori del visus anche di -30 diottrie.
Correzione della miopia
La miopia in genere viene corretta mediante l’uso di lenti concave negative, che riportano il punto di fuoco sulla retina. Le lenti possono essere a contatto oppure montate su occhiali. La correzione della miopia può essere effettuata anche con tecniche chirurgiche (solitamente tramite laser) che modificano la curvatura della cornea, diminuendone il potere di refrazione e compensando la miopia.
Si possono altresì impiantare chirurgicamente delle lenti fachiche, che sono lenti intraoculari correttive, ma prevedono il mantenimento del cristallino naturale oppure, nel caso di intervento di cataratta, sostituire il cristallino naturale con una lente intraoculare (IOL) graduata.
Fundus Refraction Offset
Il Fundus Refraction Offset è un nuovo approccio che mira a valutare il rischio di miopia in modo più personalizzato. A differenza dei parametri tradizionali questo nuovo approccio consente di rilevare alcune condizioni particolari del fondo oculare del singolo paziente.
Novità e vantaggi rispetto ai parametri standard
Nel caso di miopia assiale, dovuta all’eccessivo allungamento del bulbo oculare, l’occhio miope è esposto al rischio di possibili gravi complicanze quali la degenerazione maculare miopica, che può portare a neovascolarizzazione coroidale, anomalie dell’interfaccia vitreoretinica incluse possibili lacerazioni retiniche periferiche o distacchi di retina, e l’insorgenza di glaucoma
I due parametri utilizzati nella diagnostica tradizionale della miopia sono l’equivalente sferico refrattivo (SER) e la lunghezza assiale, che rimangono comunque due elementi diagnostici fondamentali sul piano clinico, ma che presentano importanti limiti nel rilevare le differenze individuali per quanto concerne l’anatomia del segmento posteriore dell’occhio nel paziente miope.
Da qui la necessità di individuare nuovi biomarker in grado di poter segnalare specificamente questa componente anatomica del rischio.
Nasce così l’idea di un modello di metrica basata sul deep learning, che associ in termini quantitativi l’aspetto anatomico del fondo oculare al profilo refrattivo assiale. Si tratta di un concetto molto innovativo che sembra poter portare a risultati promettenti in termini di diagnosi precoce della progressione della miopia e delle sue possibili complicanze.
Biomarker delle anomalie del fondo
Per sviluppare una metrica basata sul Fundus Refraction Offset è stato svolto uno studio trasversale, su popolazione, per associare i dati delle fotografie del fondo oculare ai parametri rilevati con la tomografia a coerenza ottica (OCT).
Sono stati esaminati i dati di 45.180 occhi sani tratti dalla Biobanca UK, relativi al periodo 2009-2010. Le fotografie del fondo oculare ottenute da un sotto-raggruppamento (70%) sono state utilizzate per addestrare un modello di deep learning a prevedere l’equivalente sferico refrattivo, con l’obiettivo di ottenere un modello che sapesse catturare le alterazioni non patologiche del fondo oculare in un range compreso tra -15,50 D e 9,25 D. Il modello così ottenuto è stato applicato al rimanente sotto raggruppamento per derivare il Fundus Refractive Offset di ciascun occhio.
Il Fundus Refractive Offset è stato calcolato anche per 152 occhi destri su un dataset esterno (Caledonian cohort, 2023-2024), associando la lunghezza assiale e immagini OCT a profondità accresciuta.
Come viene calcolato
A differenza di studi precedenti basati sul deep learning che puntavano a migliorare l’accuratezza diagnostica con una misura più accurata dell’equivalente sferico refrattivo o dell’acuità visiva a lungo termine, l’approccio basato sul FRO si focalizza sulle alterazioni strutturali retiniche.
Il Fundus Refractive Offset (FRO) viene infatti calcolato come la deviazione dell’equivalente sferico refrattivo effettivo da quello previsto in base all’immagine del fondo.
Un valore negativo del Fundus Refractive Offset indica un fondo oculare con aspetto più miopico rispetto a quello che sarebbe tipico di un occhio con lo stesso equivalente sferico.
Correlando il Fundus Refractive Offset ad indici dello spessore maculare o della vascolarizzazione coroidale è stato possibile dimostrare che occhi con un profilo metrico dell’asse simile presentavano grandi differenze nel profilo del segmento posteriore. In particolare un Fundus Refractive Offset più negativo (che indicava un fundus con aspetto miopico) è risultato associato ad uno spessore maculare maculare inferiore e ad un più basso indice di vascolarizzazione coroidale.
Queste associazioni persistevano anche dopo gli aggiustamenti di equivalente sferico e lunghezza assiale, dimostrando che il Fundus Refractive Offset può costituire un biomarker per stratificare il rischio anatomico tra occhi che presentano un profilo refrattivo assiale simile.
Da un punto di vista strutturale l’assottigliamento della coroide e l’atrofia retinica costituiscono dei marker di possibili complicanze della miopia e, quindi, il Fundus Refractive Offset ha un potenziale per identificare gli occhi a più alto rischio, molto prima dei parametri utilizzati di routine.
Prospettive del nuovo biomarker
Il Fundus Refractive Offset presenta senza dubbio un grande potenziale per quanto concerne la stratificazione del rischio di progressione o complicanze della miopia, proprio per la sua capacità di identificare le alterazioni strutturali del fondo oculare che non vengono rilevate dall’equivalente sferico o dalla misurazione dell’acuità visiva non corretta.
Si può ipotizzare un suo utilizzo anche nel monitorate i risultati degli interventi correttivi, con occhiali o lenti a contatto, che vengono di volta in volta utilizzati e soprattutto nell’ipotesi di pianificare una correzione chirurgica della miopia.
Il fatto che il Fundus Refractive Offset si basi sulle foto del fondo oculare, che non richiedono procedure diagnostiche invasive o apparecchiature particolarmente costose rende ipotizzabile un suo futuro inserimento nella pratica clinica di routine.
Tuttavia è molto importante che vengo prima affrontate alcune problematiche quali:
- Validazioni su coorti di pazienti che siano multietniche e longitudinali per sesso e ed età
- Determinazione univoca di soglie cliniche significative
- Formazione del personale addestrato nell’uso della nuova tecnologia.
Orizzonti della Ricerca e della pratica clinica
Nonostante le sfide, ci sono molte opportunità per la ricerca futura nel campo del Fundus Refraction Offset.
- Sviluppo tecnologico: sarà possibile migliorare e rendere più sensibili gli strumenti per la misurazione.
- Studi clinici: sarà necessario promuovere nuovi protocolli di studio per confermare la significatività del nuovo biomarker.
- Integrazione nella diagnostica: bisognerà adattare le pratiche cliniche per includere questo biomarker.
Queste linee di sviluppo potrebbero portare a progressi significativi nella gestione della miopia, posizionando il Fundus Refraction Offset come uno strumento indispensabile.
- Yii F, MacCormick IJC, Strang N, Bernabeu MO, MacGillivray T. Fundus Refraction Offset as an Individualized Myopia Biomarker. JAMA Ophthalmol. 2025 Jul 1;143(7):597-606. doi: 10.1001/jamaophthalmol.2025.1513. PMID: 40471629; PMCID: PMC12142477.
- Yii F, MacCormick IJC, Strang N, Bernabeu MO, MacGillivray T. Fundus Refraction Offset as a Personalized Biomarker for 12-Year Risk of Retinal Detachment. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2025 Jul 1;66(9):1. doi: 10.1167/iovs.66.9.1. PMID: 40590806; PMCID: PMC12227021.
- Zhang XJ, Lai CHY, Shih KC. Beyond Spherical Equivalent and Axial Length in Myopia. JAMA Ophthalmol. 2025 Jul 1;143(7):606-607. doi: 10.1001/jamaophthalmol.2025.1622. PMID: 40471619