Emianopsia omonima: cosa è e chi colpisce?

L’emianopsia è un disturbo visivo che causa la perdita della metà del campo visivo.

Classificazione

Si parla di emianopsia laterale (verticale) se la perdita interessa la metà destra o sinistra dell’occhio; di emianopsia altitudinale (orizzontale) se la perdita interessa la metà alta o bassa.

Alterazioni processo visivo

I difetti del campo visivo legati all’emianopsia omonima si manifestano quando le vie ottiche, ovvero le strutture nervose che dall’occhio trasmettono le informazioni visive alla corteccia cerebrale, risultano alterate e/o compresse.

Tipologie di lesioni

A seconda che le lesioni si manifestino davanti, in linea o dietro il chiasma ottico, ossia il punto dove il nervo ottico dell’occhio destro e sinistro si incrociano, le lesioni vengono distinte in:

-prechiasmatiche;

-chiasmatiche;

-retrochiasmatiche.

Il chiasma ottico è una struttura cerebrale cruciale per la visione, dove i nervi ottici si incrociano parzialmente, permettendo l’elaborazione delle informazioni visive.

Tipologia alterazioni strutture nervose

Inoltre, le alterazioni alle strutture nervose possono determinare due diversi tipi di emianopsia:

-eteronima, quando la perdita del campo visivo interessa le metà esterne o interne del campo visivo;

-omonima, quando la perdita del campo visivo interessa le due metà destra o sinistra di entrambi gli occhi.

Cause

L’emianopsia può essere di natura congenita, ma il più delle volte è una conseguenza della presenza di alcune patologie e per questa ragione viene considerata più un sintomo che una patologia di per sé.

In particolare, le cause che più frequentemente determinano la perdita del campo visivo sono:

-ischemie cerebrali

-aneurisma della carotide

-tumore dell’ipofisi

-ictus

-infezioni

-interventi chirurgici.

Diagnosi

Per la diagnosi viene utilizzato principalmente lo studio computerizzato del campo visivo, che permette di definire e identificare il deficit campimetrico, e alle metodiche di imaging diagnostico.

Tra queste un ruolo fondamentale è giocato dalla TC e, soprattutto, dalla risonanza magnetica. Quest’ultima è un esame estremamente sensibile e che permette di determinare l’eventuale sede e natura della lesione.

Sul piano della diagnosi differenziale è importante non confondere l’emianopsia con il “neglect”, che è invece una sindrome caratterizzata da una mancata consapevolezza di una parte (es. lato sinistro) del corpo e dello spazio circostante.

Conseguenze sulla qualità della vita

I difetti del campo visivo che comportano la perdita parziale del campo visivo possono determinare degli effetti psicologici ed emotivi negativi sul soggetto affetto.

Infatti, chi soffre di emianopsia omonima ha difficoltà nello svolgimento delle normali attività quotidiane, come leggere o guidare.

In particolare, se viene danneggiato il campo visivo destro dell’occhio, il soggetto perde la capacità di leggere velocemente a destra della pagina, ovvero nel verso della scrittura, il che determina un forte rallentamento della lettura. Se, invece, viene colpita la metà sinistra, diventa più problematico leggere la riga successiva.

Terapia e riabilitazione visiva

Questi disturbi visivi, nonostante siano debilitanti, tendono a migliorare nel 50% dei casi entro il primo mese e nel 38% dei casi l’emianopsia omonima si risolve spontaneamente.

I soggetti affetti da questo disturbo possono essere sottoposti a diverse tipologie di riabilitazione che prevedono lo svolgimento di esercizi oculari atti a compensare o recuperare il deficit visivo.

Tuttavia, l’unica terapia risolutiva per l’emianopsia è l’eliminazione della causa che l’ha generata. Questa soluzione in alcuni casi è possibile, in altri, purtroppo, no.

Se il danno anatomico che si è instaurato è irreversibile, la terapia chirurgica non potrà essere di aiuto.

La stimolazione multisensoriale

In casi selezionati esiste la possibilità di trattare l’anomalia campimetrica che determina l’emianopsia omonima per mezzo di una stimolazione multisensoriale. L’effetto terapeutico di queste procedure è legato ai processi di integrazione sensoriale che avvengono in strutture ben precise, come il collicolo superiore

La stimolazione multisensoriale è, in generale, un approccio terapeutico che coinvolge l’interazione simultanea di più sensi (vista, udito, tatto, olfatto e gusto) per migliorare la qualità della vita delle persone, in particolare per coloro che hanno disabilità fisiche o mentali. Questo metodo può ridurre l’ansia e l’agitazione, creando esperienze coinvolgenti. È utilizzato anche nella cura di pazienti affetti da demenza e Alzheimer, risvegliando le sensazioni e le percezioni per favorire il benessere.

L’emianopsia omonima rientra tra le ipotesi in cui la stimolazione multisensoriale può essere applicata in contesti terapeutici per portare benefici durante attività educative o riabilitative.

 

Bibliografia

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