Acanthamoeba e terapia medica

Cheratite da Acanthamoeba: il trattamento con PHMB selezionato come “hot topic” al congresso ARVO 2015

Appuntamento a Denver (USA) dal 3 al 7 maggio 2015 per il congresso annuale ARVO.
Quest’anno, tra gli abstract ammessi al prestigioso congresso promosso dall’Associazione per la Ricerca su Visione e Oftalmologia, il Comitato del Congresso ARVO ha selezionato tra gli “Hot Topic”, rilevanti in quanto rappresentano una ricerca nuova ed innovativa nel proprio ambito, il poster:
The efficacy of Polihexanide (PHMB) eye drops against Acanthamoeba polyphaga investigated by an ATP-bioluminescence assay and a rat model of keratitis.”
Antonino Asero1, Andrea Sudano Roccaro1, Loic Favennec2, Julie Gueudry2, Laetitia Le Goff2, Anna Rita Blanco1
 1SIFI SPA, Lavinaio, Italy; 2 Universitè de Rouen, Rouen, France.

Download del poster ODAK_poster ARVO 2015

Questo prestigioso riconoscimento viene conferito a meno del 6% di tutti gli abstract ammessi al congresso annuale (più di 6.000) ed è un’attestazione del fatto che questa ricerca può suscitare l’interesse della stampa e di un pubblico più ampio.
Per questa ragione pubblichiamo una breve descrizione di questa ricerca, redatta dagli Autori in un linguaggio facilmente comprensibile anche dai non specialisti.
“La Cheratite da Acanthamoeba è una malattia oculare rara che, in assenza di una terapia efficace, può portare alla perdita della vista. Al momento non esiste un farmaco approvato dalle Autorità Regolatorie per il trattamento farmacologico di questa patologia, mentre da diversi anni alcuni prodotti vengono utilizzati empiricamente. Il collirio a base di Poliexanide (PHMB) 0,02% è frequentemente utilizzato nella pratica clinica nel trattamento della cheratite da Acanthamoeba, anche se privo delle necessarie verifiche che precedono l’immissione sul mercato di un farmaco. Nella nostra ricerca è stata valutata l’efficacia del collirio a base di PHMB 0,02% e di altri tre colliri a concentrazione più elevata di PHMB (0,04%; 0,06%; 0,08%) nei confronti dell’Acanthamoeba, l’agente infettivo che causa questa patologia oculare. Grazie a questo studio, che combina un innovativo test in vitro con uno in vivo, è stato possibile individuare la soluzione di PHMB 0,02% come la meno efficace tra le quattro concentrazioni testate. Questi risultati sottolineano che in futuro uno sviluppo farmacologico razionale del collirio a base di PHMB si dovrà focalizzare su concentrazioni superiori dello 0,02%. Naturalmente sarà necessario migliorare la capacità discriminante dei test utilizzati. Nondimeno, il nostro approccio sperimentale rappresenta un utilissimo strumento preliminare per selezionare la concentrazione farmacologica anti-amebica più efficace da saggiare sull’uomo.”

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Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile