Digital Eye Strain

Dispositivi digitali e benessere oculare

La Digital Eye Strain (DES), nota anche come Computer Vision Syndrome (CVS), è l’insieme di fastidi oculari e visivi che possono insorgere in conseguenza dell’utilizzo prolungato dei computer e degli altri dispositivi digitali.

Negli ultimi venti anni, e soprattutto dopo il lancio nel 2007 del primo iphone, abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione nelle nostre attività quotidiane, sia lavorative che di svago: l’utilizzo dei dispositivi digitali è andato occupando porzioni sempre crescenti della nostra giornata.

Desktop, laptop, tablet e smartphone si usano ormai in tutto il mondo e sono diventati indispensabili per ogni attività, in ogni fascia di età e praticamente senza sosta.
Ma cosa succede ai nostri occhi?

Da alcuni anni si parla di Digital Eye Strain (DES), nota anche come Computer Vision Syndrome (CVS), per definire l’insieme di fastidi oculari e visivi che possono insorgere in conseguenza dell’utilizzo prolungato dei computer e degli altri dispositivi digitali.

Prevalenza e sintomi

In base ad una stima del Vision Council of America ben il 28% degli utilizzatori trascorre anche più di 10 ore al giorno fissando gli schermi digitali, spesso senza fare neanche una pausa. In base ad una stima approssimativa si può affermare che la DES colpisca circa il 40% degli adulti e fino all’80% dei teenager tra gli utilizzatori abituali di dispositivi digitali.

In molti casi, inoltre, la dimensione ridotta di alcuni dispositivi portatili porta all’utilizzo di caratteri con corpo ridotto, determinando la necessità di avvicinare il dispositivo all’occhio rispetto a quanto avviene nella lettura di materiali cartacei. La ridotta distanza implica un maggior sforzo oculare in termini di accomodazione e vergenza.

I sintomi della DES possono essere raggruppati in due macro-categorie:

1. Sintomi connessi allo stress visivo da accomodazione, quali visione offuscata sia da vicino che da lontano dopo l’utilizzo del dispositivo digitale e difficoltà nel mettere a fuoco passando da una distanza all’altra.
2. Sintomi connessi al dry eye, che può insorgere in seguito ad un ridotto e incompleto ammiccamento, quali: secchezza della superficie oculare, irritazione e bruciore oculare, ipersensibilità alla luce e sensazione di discomfort oculare.

Sebbene tali sintomi siano in genere transitori, possono tuttavia diventare frequenti e persistenti e, quindi, avere un impatto economico nella misura in cui pregiudicano il grado di efficienza del “digital addict”.

Nel 2016 è stato pubblicato il Digital Eye Strain report, basato sulle risposte ad una indagine  che ha coinvolto 10.000 adulti americani. I sintomi riferiti dagli intervistati portavano la prevalenza al 65%, con le donne lievemente più colpite degli uomini (69% vs 60%). La DES veniva riportata più frequentemente dagli individui che utilizzavano simultaneamente due o più dispositivi, rispetto a chi usava solo un dispositivo per volta, con prevalenze rispettivamente del 75% e del 53%.

Digital Eye Strain e dry eye

Un discorso a parte merita il dry eye che può essere associato alla DES. In questo caso il dry eye può avere un’iniziale causa ambientale, in quanto i computer sono spesso collocati in ambienti/uffici in cui l’aria è molto secca ed oltretutto l’utilizzo dell’aria condizionata, sia a caldo che a freddo, può esacerbare il processo di evaporazione del film lacrimale.

Inoltre fissare gli schermi digitali può influire sull’ammiccamento. In particolare è stato dimostrato che l’utilizzo di schermi digitali produce un incremento considerevole nel numero di ammiccamenti incompleti, in cui la palpebra superiore non riesce a coprire l’intera cornea.

Questa alterazione nell’ammiccamento è molto probabile che induca secchezza della superficie corneale inferiore e data la già elevata prevalenza del dry eye nelle donne, negli utilizzatori di lenti a contatto e nei pazienti anziani, ogni riduzione nell’ampiezza dell’ammiccamento è probabile che determini un’ulteriore acutizzazione della loro sofferenza oculare.

Digital Eye Strain: come misurarla

Il primo approccio alla DES deve essere un esame oculare completo finalizzato a escludere eventuali patologie oculari, ma anche ad accertare che l’eventuale correzione refrattiva sia appropriata alle esigenze visive di quella specifica persona. È, quindi, necessario misurare l’acuità visiva per vicino e per lontano, la frequenza e completezza dell’ammiccamento, le caratteristiche della pupilla, l’angolo oculare, il tipo e il numero di device digitali utilizzati abitualmente.
Alle misurazioni obiettive si possono combinare dei questionari che forniscano un quadro della percezione soggettiva di affaticamento oculare.

DES: come gestirla

Sul piano oculare i possibili rimedi per far fronte alla DES includono:

1. Prescrizione di un’appropriata correzione refrattiva da utilizzare in ambito lavorativo. In particolare può essere opportuna un’adeguata correzione dell’astigmatismo, poiché già un astigmatismo da 0,5 a 1 D può accentuare i sintomi di DES.
2. Migliorare accomodazione e/o vergenza.
3. Utilizzare lenti con un filtro, anche se è controversa l’utilità dei filtri per la luce blu.
4. Migliorare le condizioni della superficie oculare.

Con riferimento agli aspetti ambientali, bisognerebbe porre l’attenzione su:

1. Assicurare un’illuminazione ambientale ottimale in modo da ridurre glare (bagliori) e riflessi dallo schermo.
2. Evitare di guardare lo schermo a distanza troppo ravvicinata
3. Sottolineare la necessità di fare delle pause regolari.

 Insomma “un po’ meno e un po’ meglio” potrebbe essere lo slogan per definire il tempo da spendere utilizzando i nostri inseparabili device digitali!

 Referenze

1. Rosenfield M. Computer vision syndome (A.K.A. digital eye strain). Optometry in Practice 2016;17:1–10.
2. Portello JK, Rosenfield M, Chu CA. Blink rate, incomplete blinks and computer vision syndrome. Optom Vis Sci. 2013 May;90(5):482-7.
3. Bababekova Y, Rosenfield M, Huang RR, Hue JE. Font size and viewing distance of hand-held smart phones. Opt Vis Sci 2011;88: 795-7.
4. Sheppard AL, Wolffsohn JS. Digital eye strain: prevalence, measurement and amelioration. BMJ Open Ophthalmology 2018;3:e000146.
5. The Vision Council. Eyes overexposed: The digital device dilemma: digital eye strain report. 2016.

Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile

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