Focus sul dry eye

Sindrome dell’occhio secco: cos’è, chi colpisce e perché

I componenti della superficie oculare (cornea, congiuntiva, palpebre e film lacrimale), insieme alle ghiandole lacrimali, sono essenziali per mantenere una corretta visione. Quando questi componenti non riescono a preservare l’integrità della superficie oculare, possono insorgere varie problematiche, tra cui la sindrome dell’occhio secco (dry eye disease – DED). La DED è una patologia complessa in cui molteplici fattori di rischio come fattori genetici, età, sesso, alimentazione, condizioni ambientali, stile di vita, caratteristiche lavorative, situazione immunitaria, stato ormonale e farmaci contribuiscono a modificare la morfologia e la funzione dei componenti della superficie oculare che abbiamo elencato prima.

Attualmente, sono state identificati due tipi principali di DED, una forma clinica che deriva dalla disfunzione della ghiandola lacrimale e viene definita come da “ridotta produzione lacrimale” e un’altra definita “da evaporazione” indotta, invece, da un difetto nel funzionamento delle ghiandole di Meibomio, le ghiandole sebacee presenti sulle palpebre e responsabili della produzione della componente oleosa delle lacrime. I pazienti affetti manifestano comunemente un mix di entrambi i tipi di DED, indipendentemente dall’eziologia.

Infatti, se da una parte la scarsa qualità e/o il flusso ridotto di liquido dalla ghiandola di Meibomio possono causare una minore produzione dello strato lipidico del film lacrimale e quindi un occhio secco “da evaporazione”, in parallelo, uno stato cronico “da ridotta produzione lacrimale”, può indurre un aumento della presenza di citochine proinfiammatorie e causare danni agli orifizi duttali della ghiandola di Meibomio.

I sintomi più frequenti della DED sono secchezza, bruciore, sensazione di irritazione e/o di corpo estraneo solitamente accompagnata da alterazioni visive e deterioramento generale della qualità della vita.

La sindrome dell’occhio secco: colpisce di più e più gravemente le donne?

Per entrambe le condizioni della superficie oculare che abbiamo illustrato precedentemente, si ritiene che le donne in peri- e post-menopausa siano una delle categorie più a rischio.

Questa maggiore prevalenza della malattia in questa componente della popolazione femminile è probabilmente dovuta a  fattori ormonali: gli ormoni, e quindi la disregolazione ormonale in quest periodi della vita, svolgono, infatti, un ruolo importante nella regolazione della superficie oculare e degli annessi.

Sembrerebbe che sia gli androgeni che gli estrogeni abbiano effetto sui componenti del film lacrimale. I recettori degli ormoni sessuali sono presenti sulle ghiandole di Meibomio: il legame degli androgeni si tradurrebbe in una maggiore secrezione di lipidi, mentre gli estrogeni causerebbero una diminuzione della produzione di lipidi.

Per questo motivo, si ritiene che livelli aumentati di estradiolo siano un fattore di rischio per l’insorgenza della sindrome dell’occhio secco. Tuttavia, l’esatta relazione tra livelli sierici degli ormoni sessuali e sintomi clinici dell’occhio secco rimane poco chiara e controversa.

Il sesso di appartenenza, però, svolge un ruolo importante anche sui sintomi della malattia dell’occhio secco e sul loro impatto sulla qualità della visione. Un studio recente ha infatti evidenziato su un totale di 755 pazienti che le donne, in media, assegnavano un punteggio più alto ai loro sintomi e segni nella maggior parte dei test eseguiti.

Sonno, depressione e occhio secco: disturbi correlati nelle donne?

Recenti studi hanno riportato che i soggetti con DED possono soffrire più frequentemente di depressione rispetto alla popolazione sana, questo problema colpirebbe in particolare le donne in peri-menopausa che hanno, contestualmente, disturbi del sonno. Durante il periodo peri-menopausale, infatti, i cambiamenti ormonali hanno effetti marcati sulla salute delle donne, soprattutto sul sistema endocrino e circolatorio, motivo per il quale può essere proposta la terapia ormonale sostitutiva per il trattamento dei disturbi legati all’approssimarsi della  menopausa, tra i quali la DED.

Diversi studi indicano anche che le condizioni oculari possono influenzare il sonno causando dolore e disagio, in particolare nei soggetti con DED che soffrono anche di lagoftalmo notturno (ovvero dell’incompleta chiusura della rima palpebrale). A sua volta, la privazione del sonno potrebbe ridurre la secrezione lacrimale portando ad un circolo vizioso sul quale è necessario intervenire grazie all’aiuto di uno Specialista.

Possibile ruolo degli omega-3 per la prevenzione della dry eye disease?

Un numero crescente di studi mira a studiare gli effetti della supplementazione di acidi grassi omega-3 per la prevenzione dell’insorgenza di patologie della superficie oculare. Anche se il meccanismo non è stato completamente chiarito, sono stati prodotti alcuni dati a sostegno della mitigazione della condizione di DED in seguito a supplementazione di omega-3, grazie alle loro proprietà antinfiammatorie. Infatti, una dieta ricche di acidi grassi polinsaturi potrebbe potenzialmente migliorare il flusso di meibum, diminuendone la viscosità e riducendo al contempo l’ostruzione duttale, un meccanismo fondamentale nell’insorgenza della sindrome dell’occhio secco.

Fonti

Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile