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Roberto Vezzoli, pluri-campione di tiro dinamico e commissario tecnico della nostra nazionale, nella quotidianità veste la divisa di Assistente Capo della Polizia di Stato presso la Questura di Bergamo. Con positività ed energia concilia la sua impegnativa attività lavorativa con la pratica sportiva, che lo ha portato a conquistare nel 2013 5 titoli italiani e il titolo europeo nella pistola “Classic division” ai Campionati europei di Barcelos (Portogallo) e l’Oro assoluto Standard division nel Campionato panamericano di Shotgun.
Potrebbe descrivere brevemente ai nostri lettori le peculiarità del tiro dinamico, lo sport di cui è pluri-campione?
Il tiro dinamico è una disciplina sportiva dove all’abilità del tiro viene associata la capacità di muoversi ed acquisire bersagli di varia forma e a varie distanze nel minor tempo possibile. L’atleta è chiamato a svolgere dei “percorsi” di tiro denominati stage cercando di accumulare il maggior numero di punti possibile alla massima velocità. L’aspetto fondamentale dal quale è impossibile trascendere è il rispetto delle rigidissime norme di sicurezza, essendo un’attività dove si impiegano armi da fuoco e dove spesso si corre e si superano ostacoli di varia natura, è richiesto il pieno rispetto delle norme di sicurezza che è garantito dalla presenza di arbitri (Range Officers) che mantengono una costante attenzione su questo aspetto. Il mancato rispetto di una di queste norme comporta l’immediata squalifica dalla competizione. È per questo motivo che diviene di vitale importanza meccanizzare i movimenti fondamentali di manipolazione delle armi nel modo corretto così da scongiurare questi inconvenienti.
Quanto è importante una buona vista per la pratica di questa particolare disciplina sportiva?
Il fatto di saper colpire i bersagli deve essere la normalità, un assunto fondamentale. Il tiratore ha la necessità di concentrarsi sulle strategie e le sequenze da utilizzare nello stage mantenendo costante l’attenzione alle norme di sicurezza. Acquisire, mirare e colpire il bersaglio con facilità è quindi vitale per potersi concentrare sul resto, una buona vista facilita tutte le operazioni di acquisizione e puntamento dove l’occhio deve continuamente modulare la “messa a fuoco” tra bersagli e mirino generando una sorta di continuo zoom controllando continuamente l’allineamento corretto degli organi di mira con i vari bersagli.
Pensa che ci siano alcuni aspetti della funzione visiva che, affinati attraverso un appropriato training, potrebbero rivelarsi “vincenti” sul piano dei risultati nel tiro dinamico? La velocità di messa a fuoco, la capacità di selezionare immediatamente il nostro bersaglio e la valutazione corretta della distanza alla quale si trova da noi, sono certamente aspetti che avvantaggiano un tiratore rispetto ad altri in tutte le operazioni che precedono lo scatto, inteso come l’operazione di tirare il grilletto. È fondamentale riuscire a valutare immediatamente la distanza del bersaglio così da potergli concedere il corretto tempo d’ingaggio: man mano che ci si allontana dal bersaglio, il tempo necessario a colpirlo con la corretta precisione aumenta e mentre per esempio a 50 metri ci serviranno 60, 70 centesimi di secondo per doppiare un colpo, a 20 metri questi scendono a 23, 25 centesimi mentre a 10 metri si arriva anche a 15-18 centesimi. Il primato agonistico alle volte si gioca proprio su centesimi di punto o centesimi di secondo, una piccolissima differenza può essere quindi decisiva.
In questa pratica sportiva ci sono specifici rischi oculari, ad es. di possibili distacchi retinici, per i contraccolpi legati alla reiterazione degli spari? In tanti anni di pratica non ho mai sentito parlare di questo tipo di problematiche. È sicuramente più reale il rischio legato ai rimbalzi. È obbligatorio su tutti i campi di tiro dinamico portare protezioni acustiche e visive, anche oltre la linea di fondo degli stage di tiro dove possono giungere, ormai praticamente privi di energia, piccole parti di palle o di sassolini che potrebbero colpire gli spettatori. L’energia cinetica residua di questi minuscoli oggetti non è in nessun caso sufficiente a procurare lesioni alla cute o agli indumenti, ma all’occhio probabilmente sì.
Oltre che far parte della Nazionale, Lei ha anche rivestito il ruolo di commissario tecnico, dal 2009 per lo shotgun, e dal 2012 anche per il rifle. Ritiene che il team medico-sportivo, che supporta la pratica del tiro dinamico, debba dedicare una particolare attenzione agli aspetti “visivi” connessi a questa disciplina?
In qualità di tecnico federale dedico sempre parte degli allenamenti al miglioramento degli aspetti visivi descritti in precedenza, ma non ho mai pensato ad un supporto medico, sicuramente personale specificatamente formato nel analisi e nello sviluppo di questi aspetti porterebbe un plus all’attività agonistica dei nostri atleti.
Nel tiro dinamico una parte della preparazione atletica si svolge nella forma di addestramento “in bianco”, cioè quello in cui non si spara, ma si lavora sul gesto tecnico e sul puntamento. Quanto questo particolare training è impegnativo, sia sul piano intellettivo che visivo? Per chi non ha mai praticato il tiro a segno è impossibile immaginare quante energie mentali servano per poter effettuare ripetute acquisizioni e puntamenti. Nel tiro dinamico queste operazioni si devono svolgere nella massima rapidità e l’allenamento in bianco su specifici esercizi migliora chiaramente questa capacità ed abitua gli occhi ed il cervello a non patire oltremodo lo stress mentale delle continue ripetizioni di acquisizioni e puntamenti di uno stage di tiro dinamico.
Per concludere una domanda personale: Lei è un campione sportivo, ma anche un poliziotto e un padre: come riesce a conciliare tutti questi impegni?
Lo sport in generale è allenamento alla vita, i sacrifici divengono routine e non pesano perché ci servono per raggiungere un obbiettivo. Il mio è quello di vivere bene con la mia famiglia, che mi appoggia e mi sostiene anche quando le 24 ore di una giornata sembrano troppo poche per fare tutto quello che si deve. Il segreto è organizzarsi al massimo ed avere una moglie e dei figli comprensivi. A titolo esemplificativo mi permetto di descrivervi una giornata tipo: sveglia ore 6.30, colazione ed ufficio fino alle 14. Dalle 14.30 alle 16.30 allenamento a fuoco poi, entro le 17, recupero i figli a scuola. Papà in esclusiva dalle 17 alle 19, poi arriva la mamma ed il papà e anche marito fino alle 22. Dalle 22 all’1 allenamento in bianco, ricarica, mantenimento delle attrezzature. Non è facile, ma nemmeno impossibile, di certo in periodi di attività sportiva intensiva dedicata alla preparazione di importanti eventi internazionali devono seguire momenti di scarico dove la priorità diviene la famiglia, il mio lavoro mi piace e lo faccio con passione organizzando l’attività sportiva sempre in secondo piano rispetto agli impegni istituzionali.
Roberto Vezzoli – classe 1973
Dall’età di quattordici anni pratica il Tiro a segno a livello agonistico con risultati di rilievo in ambito nazionale nella Pistola a 10 metri e nella Pistola standard; nel 1994 approda al Tiro dinamico sportivo.
Le vittorie del 2013 Campionati europei di pistola Barcelos (Portogallo):
– Membro della squadra nazionale italiana, Classic division;
– Vice campione europeo, Classic division;
– Campione europeo, Classic division per team; Campionato panamericano di Shotgun – Park city (Stati Uniti)
– Oro assoluto, Standard division. Campionato italiano
Campione italiano Shotgun divisione Standard individuale.
Campione italiano Rifle divisione Standard semiauto.
Campione italiano combinata arma lunga Standard.
Campione italiano Shotgun divisione Standard a squadre.
Campione italiano Handgun Classic division.