Le dita che creano senza vedere

Le opere di Luigi Turati  

Il dono“Io voglio essere criticato e apprezzato per quel che valgo, non perché sono cieco. Mi pesa la precisazione perché è deviante: vorrei che fossero giudicati solo i miei lavori. Ma, purtroppo, nella nostra cultura è ancora presente il concetto che a prevalere sia l’aspetto esteriore”.
Questo è un po’ il manifesto di Luigi Turati, che sintetizza un approccio deciso per il quale sono le sculture che devono parlarci di lui e del suo modo di sentire.
Luigi, classe 1955, è milanese di nascita e a Milano ha il suo laboratorio di scultura. È esile, con le mani affusolate ed eleganti ed è cieco.
Ha esposto per la prima volta circa 30 anni fa alla galleria Mioccio e da allora ha realizzato numerose mostre personali e collettive. L’ultima mostra si è tenuta nel febbraio 2015 all’Istituto dei Ciechi di Milano ed è stata inaugurata in occasione di una visita del Cardinale Angelo Scola.
Luigi Turati lavora il bronzo, il marmo, il forex, ma il suo materiale preferito è il legno perché “Con il legno non puoi avere un progetto ben definito: devi adeguarti alle sue linee e affinare la sensibilità delle dita per seguire le sue forme”.
Usa solo gli strumenti di una volta: le sgorbie, gli scalpelli, il mazzuolo, le lime e assolutamente nulla di elettrico.
“Scolpire” significa dare forma alla materia e farlo senza poter vedere comporta la necessità di affrontare un percorso che gli altri, i “normali”, possono solo parzialmente immaginare. Il tatto e la sensibilità delle dita diventano allora la via maestra per scoprire nuovi mondi e inventarsi un proprio linguaggio per comunicarlo. Dichiara, infatti, Luigi “L’arte scultorea è un’arte tattile. Consiglio sempre a chi vede di toccare le opere per comprenderle davvero. Purtroppo nella maggior parte dei musei e delle mostre ciò non è possibile perché è vietato toccare.”
Certo nel caso di grandi capolavori il toccarle a lungo andare rischierebbe di rovinare le opere, ma come potete leggere in un nostro articolo esistono adesso modellini “parlanti” che possono aiutare anche i non vedenti a costruirsi la loro immagine mentale dei grandi capolavori.

Dr. Carmelo Chines
Director responsable