COVID-19 e occhi: studi scientifici rivelano un coinvolgimento della retina

Cambiamenti subclinici della retina rivelati dalla tomografia a coerenza ottica

COVID-19 e occhi: background

L’epidemia di COVID-19 (COronaVIrus Disease 19) causata dal ceppo di coronavirus SARS-CoV-2 (coronavirus 2 da sindrome respiratoria acuta grave) è attualmente il punto focale su cui si è concentrata buona parte della ricerca scientifica in tutto il mondo. Le implicazioni oftalmologiche di questa sindrome non sono state ancora del tutto esplorate, anche se l’occhio e le secrezioni lacrimali, valutati come porta di ingresso e fonte di contagio del virus, sono stati oggetto di studio e dibattito da parte di molti Autori.

È stato dimostrato che COVID-19 e occhi sono strettamente legati: l’infezione, infatti, può colpire vari distretti corporei tra cui l’occhio in cui determina più comunemente congiuntivite. SARS-CoV-2, infatti, può causare un’infiammazione della congiuntiva provocando arrossamento e prurito agli occhi. Sebbene fastidiosa, la congiuntivite è comunque una condizione benigna, che raramente compromette la vista ed è spesso autolimitante.

Un aspetto più preoccupante emerge, invece, da un recentissimo studio pubblicato sull’autorevole rivista The Lancet, in cui viene dimostrato un coinvolgimento della retina dell’occhio nei pazienti con COVID-19.

 

Retina e COVID-19

Gli Autori dello studio, tramite tomografia a coerenza ottica (OCT), una tecnica di imaging non invasiva e utile a dimostrare i cambiamenti retinici subclinici a condizioni sistemiche come il diabete, hanno valutato pazienti affetti da COVID-19. Lo studio ha analizzato con l’esame OCT i cambiamenti retinici di 12 adulti (6 uomini e 6 donne), di età compresa tra 25 e 69 anni, esaminati 11-33 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi da COVID-19. Tutti i pazienti presentavano febbre, astenia e dispnea e 11 pazienti presentavano anche anosmia. Due pazienti sono stati ospedalizzati, ma nessuno ha richiesto cure intensive e tutti i pazienti avevano parametri ematici normali al momento della valutazione oftalmologica. Per l’esame OCT lo studio ha utilizzato due diversi dispositivi: DRI-OCT Triton Swept Source (Topcon Tokyo, Giappone) e XR Avanti SD-OCT (Optovue, Fremont, CA, USA). L’esame OCT ha evidenziato in tutti i pazienti lesioni iper-riflettenti a livello delle cellule gangliari e degli strati plessiformi interni della retina dell’occhio e in modo più prominente a livello del fascio papillo maculare. Inoltre, quattro pazienti presentavano sottili essudati cotonosi e microemorragie lungo l’arcata retinica. L’acuità visiva e i riflessi pupillari erano normali in tutti gli occhi esaminati e non sono stati rilevati sintomi o segni di infiammazione intraoculare.

COVID-19 e occhi: altri studi ed evidenze 

A questo studio, che è il primo che riporta un possibile danno alla retina associato all’infezione da Sars-CoV-2 nell’uomo ne sono seguiti altri. Alcuni Autori hanno, infatti, riportato due pazienti con maculopatia media acuta paracentrale e neuroretinopatia maculare acuta a seguito di infezione da SARS-CoV-2. Un altro studio, che ha valutato 27 soggetti asintomatici con precedente infezione del tratto respiratorio da COVID-19, ha evidenziato in 6 pazienti essudati cotonosi nella retina.

Le evidenze fin qui riportate suggeriscono che il coinvolgimento della retina nella malattia COVID-19 è certamente plausibile. Questa possibilità è di particolare importanza nei pazienti ad alto rischio di retinopatia, come i pazienti con diabete e ipertensione, ma risulta sicuramente rilevante per chiunque visto le possibili e gravi conseguenze funzionali che un danno retinico può causare. Alla luce di ciò dovrebbe essere data una maggiore enfasi ai sintomi oculari clinicamente significativi, come lo scotoma, che potrebbero indicare la necessità di un esame retinico e di un test di follow-up dopo il recupero da COVID-19.

Bibliografia

Dr. Carmelo Chines
Direttore responsabile